In Italia il lavoro di addetta alle pulizie è spesso sottovalutato, ma la sua importanza è fondamentale sia in ambito privato che pubblico. La questione della paga oraria giusta si lega non solo alla dignità professionale, ma anche a precisi parametri contrattuali fissati dalla contrattazione nazionale e, più recentemente, agli aggiornamenti retributivi legati al rinnovo del CCNL Pulizie e Multiservizi. Conoscere i valori aggiornati della paga oraria è essenziale per non essere vittima di sfruttamento e per poter rivendicare i propri diritti con consapevolezza.
I parametri di riferimento della retribuzione
La retribuzione dell’addetta alle pulizie si basa principalmente sui contratti collettivi nazionali di lavoro. Il settore più rappresentato è quello regolato dal CCNL Pulizie e Multiservizi, recentemente rinnovato per il quadriennio 2025-2028 con un aumento complessivo del 16,6% sui minimi tabellari
Per il 2025, la paga media riportata per l’addetta alle pulizie in Italia è di 6,97 euro all’ora, pari a circa 1.180 euro mensili (lordi per un contratto full-time). Il salario annuo oscilla tra i 12.429 euro e i 15.272 euro, con una media attorno ai 14.156 euro. Tuttavia, un minimo legale spesso citato si aggira sui 995 euro lordi mensili per un livello base, ma scatta rapidamente in base a anzianità, tipologia di appalto e località.
Un fattore determinante è considerare il livello di inquadramento. Il livello II (uno dei più diffusi nei contratti) beneficia degli ultimi adeguamenti, portando tra luglio 2025 e dicembre 2028 ad un aumento di circa 215 euro mensili rispetto al minimo precedente, per una crescita complessiva di circa 5.700 euro nel periodo. Gli aumenti retributivi sono entrati in vigore dal 1° luglio 2025, e chi lavora con contratti regolari in imprese strutturate dovrebbe trovare questi incrementi direttamente in busta paga.
Quando la paga è troppo bassa: soglie da non accettare
Il valore che rappresenta il limite sotto al quale non si dovrebbe mai accettare di lavorare, salvo situazioni particolari e transitorie, è quello della paga oraria lorda fissata dal contratto nazionale. Nel caso degli addetti alle pulizie, lavorare sotto i 7 euro lordi all’ora nel 2025 significa accettare una condizione non solo ingiusta, ma potenzialmente illegale e dannosa per la propria posizione previdenziale.
- Non dovresti mai accettare meno di 6,90-7 euro lordi all’ora per un lavoro regolare, anche all’inizio della carriera. Sotto questa cifra, si scende al di sotto delle tabelle minime fissate dal CCNL aggiornatissimo.
- Per lavori saltuari, occasionali o di breve durata (soprattutto nel privato, come pulizie domestiche), le cifre possono oscillare, ma il riferimento rimane quello: lavorare sotto i 7 euro lordi all’ora nel 2025 non è conforme agli standard minimi del settore, né rispetta le regole della contrattazione collettiva.
- L’accettazione di compensi inferiori comporta rischi rilevanti: contributi INPS minori, tutele ridotte, meno valore per il calcolo del trattamento di fine rapporto (TFR), e spesso la perdita di coperture assicurative come malattia o infortunio.
È importante ricordare che in alcune città, soprattutto nel Nord Italia e nelle aree metropolitane, le buste paga riportano valori anche superiori a queste soglie, ma prendere meno del minimo contrattuale è sempre segno di sfruttamento o irregolarità.
Le variabili che influenzano la paga: dal contratto al luogo di lavoro
La paga non dipende solo dalla mansione “pulizie”, ma anche da:
- Contratto applicato: i principali sono CCNL Pulizie-Multiservizi, domestico, servizi integrati. Ciascuno ha propri minimi salariali e classi di inquadramento.
- Seniority ed esperienza: chi ha anni di servizio può vantare scatti di anzianità che aumentano la paga oraria e il mensile.
- Località e tipo di appalto: le grandi città (es. Milano, Firenze, Bologna) offrono stipendi lordi mensili anche superiori a 1.200-1.300 euro, contro i 995 euro delle aree meno sviluppate o rurali.
- Orario settimanale: full-time (38/40 ore), part-time verticale, part-time orizzontale.
- Presenza di straordinari, notturni e festivi: maggiorazioni salariali obbligatorie secondo la normativa vigente.
I dipendenti inquadrati con i livelli più bassi e con contratto part-time sono i più esposti a paghe ridotte, ma anche in tal caso il valore orario non deve mai scendere sotto la soglia contrattuale aggiornata.
Effetti dell’irregolarità e come tutelarsi
Lavorare per meno del minimo legale comporta diversi rischi:
- Perdita di coperture pensionistiche e contributive regolari
- Assenza di ferie, tredicesima, malattia e maternità
- Impossibilità di accesso ad ammortizzatori sociali in caso di crisi aziendale
- Sanzioni legali per il datore di lavoro in caso di denuncia all’Ispettorato del lavoro
In presenza di paghe sottosoglia, irregolarità nei turni, mancato pagamento degli straordinari o continui rinnovi di contratti a termine, è legittimo rivolgersi ai sindacati o direttamente all’Ispettorato del Lavoro. Le tutele contrattuali sono un diritto di ogni lavoratore e vengono riconosciute in sede di vertenza o di controllo ispettivo.
Riferimenti contrattuali e inquadramento giuridico
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro rappresenta la base di riferimento. Sancito dalle sigle sindacali più rappresentative e dalle principali associazioni di categoria, stabilisce i livelli retributivi minimi e le condizioni essenziali di impiego per il settore. Con il rinnovo 2025-2028, ogni addetta alle pulizie correttamente assunta dovrebbe trovarsi, dal 1° luglio 2025, tutelata dal nuovo minimo salariale aumentato del 16,6%.
Non va trascurato inoltre il valore legale universale del contratto nazionale: le aziende che offrono paghe inferiori sono perseguibili e il lavoratore può sempre rivalersi chiedendo il pagamento degli arretrati, anche a distanza di anni.
- Il riferimento normativo rimane il CCNL Pulizie-Multiservizi, integrato in alcuni casi da regolamenti interni o locali.
- Per chi lavora in regime privato (come colf e assistenti familiari), il riferimento è il Contratto collettivo nazionale di lavoro domestico, anch’esso aggiornato di recente nei valori minimi.
Essere a conoscenza di questi dati significa poter chiedere quanto dovuto senza paura di ritorsioni: la professionalità e la dignità di chi si occupa delle pulizie meritano non solo il rispetto umano, ma anche quello economico.
Conclusioni: consapevolezza e autodifesa
Il 2025 vede finalmente riconosciuta una dignità salariale più marcata alle addette alle pulizie. Accettare una retribuzione inferiore a 7 euro lordi all’ora significa sminuire il valore del proprio lavoro oltre a rischiare ripercussioni sul futuro previdenziale. È fondamentale conoscere i valori minimi, leggere con attenzione il proprio contratto e non esitare a rivolgersi ai sindacati o a specialisti in caso di dubbio.
L’informazione e la conoscenza sono la prima arma per difendersi da abusi e irregolarità che ancora troppo spesso colpiscono una categoria preziosa per l’intera collettività. Solo così sarà possibile vedere rimossi gli ostacoli che impediscono il corretto riconoscimento economico e lavorativo a chi, giorno dopo giorno, garantisce igiene, sicurezza e decoro agli ambienti che tutti frequentiamo.