Le persone che manifestano questo disturbo assumono, in un tempo limitato, quantità di cibo esagerate, con la sensazione di perdere il controllo dell’atto del mangiare. Queste situazioni si ripetono anche più volte la settimana e anche in momenti in cui non si ha una sensazione fisica di fame.
A differenza della Bulimia non si riscontra il circolo vizioso tra i tentativi di restrizione, l’abbuffata e i comportamenti eliminativi. Il problema principale sembra consistere in una difficoltà a controllare l’impulso ad alimentarsi, e tale disturbo è spesso correlato al sovrappeso o all’obesità.
Una persona affetta da Binge Eating Disorder presenta degli episodi ricorrenti (almeno 2 giorni alla settimana per 6 mesi) di alimentazione incontrollata caratterizzati dall’ingestione, in un periodo definito di tempo, di un quantitativo di cibo più abbondante di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe in un periodo simile di tempo simile, e dalla sensazione di non riuscire a controllare che cosa e quanto si sta mangiando.
Solitamente la persona affetta da questo disturbo è molto preoccupata per il proprio comportamento, se ne vergogna e lo giudica un grave problema, sia per la sensazione di perdita di controllo, sia per le conseguenze che le abbuffate hanno sul peso corporeo e sulla salute, con inevitabili conseguenze negative sulla sua vita da un punto di vista fisico, con complicazioni mediche solitamente secondarie allo stato di obesità, psicologico (depressione o stress legati al problema alimentare), e sociale (isolamento).
L'intervento psicoterapico consente di analizzare e comprendere le cause e le motivazioni sottostanti il disturbo, di ascoltare e dare voce ai bisogni impliciti del soggetto (specie di controllo su di sé e sull’ambiente), di acquisire le risorse necessarie ad affrontare le paure, modificare atteggiamenti mentali distorti e abitudini disfunzionali così da poter gestire efficacemente la propria vita.
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