La componente predominante in questo disturbo è la percezione di dolore tanto intenso da causare alterazioni nella vita sociale e lavorativa.
Il dolore è localizzato in una o più zone del corpo, provoca disagio e menomazione significativi nella vita della persona, compromettendone il funzionamento globale quotidiano.
Si può inoltre individuare un consumo importante di farmaci, in particolare antidolorifici e tranquillanti; si ipotizza inoltre che i fattori psicologici giochino un ruolo importante nell'esordio o nel mantenimento del dolore, che può essere connesso ad una situazione stressante o conflittuale contingente, o può permettere alla persona di evitare attività sgradite e/o di attirare su di sé l'attenzione.
A seconda della durata si può diagnosticare il disturbo algico:
- acuto: di durata inferiore ai sei mesi;
- cronico: di durata superiore ai sei mesi.
Per una valutazione diagnostica di disturbo algico, secondo i criteri del DSM-IV TR, vanno presi in considerazione i seguenti parametri generali: il dolore in uno o più distretti anatomici rappresenta l'elemento principale del quadro clinico, ed è di gravità sufficiente per giustificare attenzione clinica; il dolore causa malessere clinicamente significativo oppure menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o in altre importanti aree; si valuta che qualche fattore psicologico abbia un ruolo importante nell'esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore; il sintomo non è intenzionalmente prodotto o simulato; il dolore non è meglio attribuibile ad un disturbo dell'umore, d'ansia, o psicotico e non incontra i criteri per la dispareunia. |