É un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e di compulsioni (in una minoranza di casi possono essere presenti solo ossessioni o solo compulsioni).
Le ossessioni possono essere idee, pensieri, impulsi o immagini persistenti, che si presentano ripetutamente nella mente del soggetto al di fuori del suo controllo e che vengono percepiti come intrusivi e inappropriati. Sono accompagnate da emozioni sgradevoli, come ansia, paura, disgusto, disagio, incertezze (ad esempio pensieri di contaminazione o dubbi ripetitivi riguardanti azioni svolte in “modo corretto”). Gli innumerevoli sforzi che la persona fa per contrastarle hanno un successo solo momentaneo.
Le compulsioni, definite anche rituali, sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule mentalmente), che vengono messi in atto con l’obiettivo di prevenire o ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri e dagli impulsi tipici delle ossessioni. Generalmente le compulsioni che riguardano la pulizia, il lavaggio, il controllo, l’accumulo, l’ordine, il conteggio e la ripetizione si trasformano in rigide regole di comportamento, spesso bizzarre e decisamente eccessive. Diventano azioni studiate e prestabilite, eseguite con cura meticolosa, che per nessun motivo possono essere interrotte o modificate nella loro sequenza.
Si possono distinguere ossessioni e compulsioni connesse a contagi o contaminazioni, implicanti controlli protratti e ripetuti per riparare o prevenire gravi disgrazie o incidenti, ossessioni pure relative a scene in cui la persona attua comportamenti indesiderati e inaccettabili, pericolosi o socialmente sconvenienti; ossessioni circa l'ordine e la simmetria.
Terapia
Generalmente la terapia di questo disturbo prevede l’associazione di un trattamento psicoterapico e di un trattamento psicofarmacologico, che in sinergia possono indurre cambiamenti significativi del quadro clinico.
I farmaci e la psicoterapia non devono quindi essere visti come alternativi l'uno rispetto all'altro.
L'intervento psicoterapico, incentrato sulla relazione terapeuta-paziente, dovrebbe fare sempre da sfondo a qualunque tipo di intervento biologico ed è in grado di influenzare anche profondamente le condizioni psichiche del soggetto; una percentuale di pazienti che può variare dal 30 al 40% infatti non risponde alle terapie farmacologiche e il trattamento psicoterapico diventa la prima scelta. |
